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Pressione alta e cardiopatie: meglio le vacanze al mare o in montagna?

Le vacanze estive sono molto utili per ricaricare le energie e prendersi una pausa dagli impegni di tutti i giorni, indipendentemente dalla meta scelta. Tuttavia, per coloro che soffrono di pressione alta o di problemi cardiaci, è importante prestare attenzione ad alcuni aspetti, variabili in funzione del luogo di destinazione, in maniera tale da godersi le vacanze senza esporsi a potenziali rischi per la propria salute.

Pressione alta al mare e in montagna: come cambia?

I pazienti che soffrono di ipertensione dovrebbero rivolgersi al proprio medico prima di recarsi in vacanza poiché potrebbe essere necessario aggiustare la posologia dei medicinali antipertensivi che si assumono in funzione della propria destinazione. In montagna, infatti, la pressione sanguigna potrebbe aumentare e potrebbero manifestarsi complicazioni in funzione dell'altitudine cui ci si reca.

Al mare, invece, l'andamento della pressione sanguigna non sempre è prevedibile, anche se potrebbe tendere a diminuire a causa delle elevate temperature. Ad ogni modo, a prescindere dal luogo in cui ci si trova, l'esposizione alle elevate temperature estive può comportare una riduzione della pressione sanguigna, pertanto, potrebbe essere necessario un aggiustamento della terapia antipertensiva (operata dal medico) allo scopo di evitare di incappare nel problema opposto, ossia un eccessivo abbassamento di pressione che può portare a debolezza e svenimento.

Cardiopatie e scompenso cardiaco

Pazienti cardiopatici o con scompenso cardiaco: meglio il mare o la montagna? I pazienti cardiopatici o affetti da scompenso cardiaco possono trascorrere le loro vacanze tanto in località marittime quanto in località montane, purché adottino alcuni accorgimenti. In particolare, questa categoria di pazienti deve prestare attenzione alle elevate temperature, indipendentemente dal luogo in cui decidono di trascorrere le proprie vacanze.

Difatti, le temperature tipicamente alte della stagione estiva espongono ad un maggiore rischio di disidratazione e squilibri elettrolitici, ma non solo. La disidratazione, infatti, associata all'eventuale terapia farmacologica con diuretici può portare alla comparsa di ipovolemia le cui conseguenze possono essere anche gravi. Come si può facilmente intuire l'insieme di tutti questi fattori può contribuire al peggioramento delle condizioni di salute dei pazienti affetti da scompenso cardiaco o da altre cardiopatie.

Oltre al caldo, è molto importante prestare attenzione anche all'altitudine nel caso in cui si scelga di trascorrere le proprie vacanze in zone montuose. In questo caso, meglio mantenersi a basse altitudini (vedi il successivo capitolo: Altitudine e viaggi in aereo).

Scompenso cardiaco e caldo: i segnali cui prestare attenzione

I pazienti con scompenso cardiaco - anche se controllato da terapia farmacologica - dovrebbero prestare attenzione ad alcuni cambiamenti che possono verificarsi nel loro corpo e alla comparsa di segni e sintomi che non devono essere sottovalutati. Entrando più nel dettaglio, è opportuno monitorare:

  • il proprio peso corporeo
  • l'insorgenza di gonfiore di gambe e caviglie
  • la comparsa di affaticamento respiratorio.

Un aumento del peso corporeo che può associarsi a gambe e caviglie gonfie e a respiro affaticato devono spingere il paziente ad un immediato consulto con il medico, in quanto potrebbe rendersi necessario un adattamento della terapia farmacologica che si sta seguendo. Una diminuzione del peso corporeo, invece, potrebbe essere spia di un'eventuale disidratazione, anche in questo caso, quindi, il consulto con il medico è assolutamente necessario. Ad ogni modo, il consulto con il medico è sempre richiesto nel caso compaiano sintomi e alterazioni del proprio stato di salute di qualsiasi tipo, anche se non riportati nel soprastante elenco.

Altitudine e viaggi in aereo

Benché i pazienti affetti da ipertensione, cardiopatie o scompenso cardiaco possano, come abbiamo visto, scegliere qualsiasi meta per le loro vacanze, nel caso in cui si preferisca la montagna, è opportuno avere un occhio di riguardo per le altitudini raggiunte.

In linea di massima, infatti, si consiglia di non scegliere mete ad alte quote ma di mantenersi entro i 1000-1500 metri di altitudine. Questo perché all'aumentare della quota diminuisce la disponibilità di ossigeno nell'aria e ciò può portare ad un aumento del lavoro cardiaco, ad un incremento del lavoro a livello respiratorio e ad un aumento della pressione arteriosa.

La bassa quota andrebbe scelta sia per il luogo in cui si trascorrerà l'intera vacanza, sia per la meta di eventuali escursioni e passeggiate. Durante queste attività, per altro, è opportuno fare adeguate pause lungo il tragitto al fine di consentire all'organismo di adattarsi gradualmente alle nuove condizioni di altitudine.

Il paziente con ipertensione, scompenso cardiaco o cardiopatie adeguatamente controllate non dovrebbe avere problemi nemmeno con i viaggi in aereo che potrebbero quindi essere fatti, prestando tuttavia attenzione nel caso in cui si stiano assumendo farmaci diuretici poiché potrebbero essere necessari aggiustamenti dello schema terapeutico che, naturalmente, dovranno essere fatti dal medico.

 

 

 

 

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