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Calcificazioni al Seno

Le calcificazioni sono delle alterazioni del seno correlabili alla presenza di una patologia che, a seconda dei casi, può essere benigna o maligna. Questa distinzione viene effettuata in funzione delle loro caratteristiche all'esame mammografico, tenendo in considerazione alcuni parametri clinici (morfologia, grandezza, numero e distribuzione). Queste lesioni, indolori e, generalmente non palpabili, sono il risultato del deposito di sali di calcio nel tessuto mammario e, per il loro marcato contrasto ai raggi X, sono visualizzabili mediante la mammografia.

Di solito, le calcificazioni mammarie di aspetto benigno sono isolate e rotonde, mentre quelle di conformazione maligna sono eterogenee per forma e densità, raggruppate e pleomorfe. I depositi di sali di calcio sono spesso correlati ad alterazioni benigne del tessuto mammario e, nella maggior parte dei casi, non sono pericolosi. Talvolta, però, le microcalcificazioni (cioè le opacità di piccole dimensioni) possono diventare dei segnali di allarme pre-tumorali: il 30% circa delle neoplasie maligne del seno viene diagnosticato solamente grazie alla presenza di queste alterazioni. 

Quando le calcificazioni al seno hanno caratteristiche di benignità certa si prosegue con i normali controlli mammografici annuali; se sono presenti elementi di dubbio diagnostico, invece, occorre procedere alla biopsia per la definizione istologica.

Come si possono identificare?

Le alterazioni della densità della ghiandola mammaria possono essere identificate alla palpazione dal clinico esperto (se la lesione è localizzata superficialmente e presenta un diametro di almeno 1 cm) o mediante la diagnostica per immagini. Il loro riscontro è possibile soprattutto nel corso dell'esame mammografico, indagine di routine utile per la diagnosi precoce del tumore del seno. La mammografia, infatti, può identificare le piccole anomalie della densità ghiandolare (inferiori al 1 cm di diametro), anche se localizzate in sedi più profonde.

Dal punto di vista mammografico, le calcificazioni mammarie possono essere un reperto isolato o associarsi alla presenza di noduli o distorsioni parenchimali. Oltre a tali anomalie, è possibile riscontrare anche dilatazione dei dotti, linfonodi aumentati di volume, ispessimento o retrazione del profilo cutaneo e modificazioni dell'areola.

Per quanto riguarda la diagnosi, è importante valutare la loro evoluzione nel tempo, confrontando le mammografie con quelle degli anni precedenti. Le calcificazioni al seno possono indicare situazioni benigne, riscontrabili, ad esempio, nell'infiammazione dei dotti galattofori (galattoforiti) oppure in un normale processo di invecchiamento della ghiandola mammaria. Queste lesioni non sono, quindi, necessariamente, l'espressione di un processo tumorale.

In alcuni casi, però, le calcificazioni al seno possono diventare l'indice di un'area della ghiandola mammaria in corso di alterazione; in tal senso, rappresentano la spia di allarme per una neoplasia, su cui intervenire al più presto dal punto di vista terapeutico.

Importanza della diagnosi precoce

Il riscontro delle calcificazioni al seno con la mammografia, prima che la patologia oncologica si manifesti clinicamente, è molto importante. L'asportazione di questi tessuti neoplastici in fase iniziale, molto spesso ancora non invasiva, impedisce lo sviluppo di un tumore più serio e pericoloso.

La mammografia può essere poi completata, a seconda dei casi, anche dall'ecografia che non è, tuttavia, in grado di identificare le microcalcificazioni, visibili unicamente con la mammografia. D'altra parte, l'ecografia mammaria, è capace di rilevare piccole formazioni nodulari che possono risultare invisibili all'esame mammografico. Per questo motivo, i due esami sono considerati complementari.

Approfondimenti diagnostici

Se nel corso della mammografia sono riscontrate delle calcificazioni, il medico (radiologo) può indicare l'esecuzione di accertamenti più approfonditi, al fine di escludere gli eventuali dubbi diagnostici e avere il responso più preciso possibile. In presenza di alterazioni sospette, diviene quindi necessario il prelievo con biopsia mammaria, per definire la natura e le caratteristiche istopatologiche della lesione. Le calcificazioni al seno che risultano di natura benigna, non richiedono generalmente alcun tipo di approfondimento, ma è consigliabile eseguire, una volta all'anno, una mammografia di controllo. Se vengono trovate delle microcalcificazioni mammarie lievemente anomale, queste possono essere classificate come “probabilmente benigne”. 

 

Responsabile del Servizio di Senologia della Casa di Cura Villa del Sole: Dott. Sergio Abonante

 

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