Il tumore del seno (carcinoma mammario o tumore della mammella) è una formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo all’interno della ghiandola mammaria. La neoplasia in stadio iniziale si riferisce al cancro confinato nel tessuto adiposo del seno (Stadio 1). Il tumore si può in seguito diffondere nelle immediate vicinanze (Stadio 2), estendere ai tessuti sottostanti della parete toracica (Stadio 3) e quindi ad altre parti del corpo (Stadio 4, tumore al seno metastatico o avanzato). Sia la prognosi che il trattamento sono influenzati dallo stadio in cui la neoplasia si trova al momento della diagnosi.
Esistono inoltre diversi tipi di cancro della mammella, con tassi di crescita e risposta alle terapie differenti. Ciò significa che il tessuto tumorale dovrebbe essere sempre sottoposto a test per determinare il tipo di neoplasia.
FATTORI DI RISCHIO
Le cause del tumore al seno non sono ancora ben conosciute. In generale, sono stati associati alla malattia diversi fattori di rischio come: età (la maggior parte dei casi viene diagnosticata in donne di età superiore a 50 anni), prima gravidanza dopo i 30 anni, menarca prima dei 12 anni, menopausa dopo i 50 anni, non aver avuto figli, familiarità. Circa il 10% delle donne con tumore al seno ha più di un parente malato (soprattutto nei casi giovanili). Diversi studi hanno dimostrato che un uso eccessivo di estrogeni aumentano il rischio di sviluppare la neoplasia. A determinare la malattia è anche una predisposizione genetica ormai riconosciuta.
SINTOMI
Anche se l'obbiettivo principale è arrivare alla diagnosi di un tumore al seno prima che esso dia sintomi, osservando il proprio seno è possibile scorgere possibili segnali di malattia. Il primo segno a cui prestare attenzione è l'aumento di consistenza alla palpazione dovuto alla presenza di noduli. Altri possibili segni di malattia sono delle piccole rientranze della cute facilmente visualizzabili ponendosi a braccia alzate di fronte ad uno specchio. Non solo, anche l'osservazione dei capezzoli è molto importante: secrezioni sierose o ematiche e lesioni eczematose possono essere un segnale di malattia. Infine, altro sintomo da non trascurare, è l'ingrossamento dei linfonodi sotto l'ascella.
COME SI CURA IL TUMORE AL SENO?
Le opzioni terapeutiche per la cura del tumore alla mammella attualmente disponibili includono la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia, l’ormonoterapia e le terapie biologiche. Queste si possono usare da sole o in combinazione, in base allo stadio di avanzamento della malattia.
CHIRURGIA
La chirurgia nel tumore della mammella ha compiuto progressi notevolissimi, passando dai primi interventi mutilanti a quelli cosiddetti “conservativi”, che mirano cioè a eliminare solo la massa tumorale preservando il più possibile il muscolo, soprattutto se dall’esame citologico il linfonodo sentinella risulta negativo. I progressi in questo campo consentono inoltre di ricostruire il seno già durante la mastectomia, evitando alla paziente lo stress di un nuovo intervento e garantendo un miglior recupero è l’opzione terapeutica principale per le pazienti il cui tumore non si è ancora diffuso ad altre parti del corpo (ad esempio alla parete toracica o ai polmoni) e si può attuare in combinazione con la radioterapia o la chemioterapia.
RADIOTERAPIA
La terapia con radiazioni, o radioterapia, è spesso usata in combinazione con la chirurgia e la chemioterapia per ridurre la possibilità che il tumore recidivi. La radioterapia può essere eseguita anche in combinazione con la chemioterapia, prima dell’intervento chirurgico (terapia neoadiuvante), per rimpicciolire il tumore, migliorando così il risultato della chirurgia. La radioterapia può essere utilizzata nelle pazienti con cancro alla mammella metastatico in stadio avanzato, per alleviare i sintomi.
CHEMIOTERAPIA
La chemioterapia può essere somministrata prima della chirurgia con l’obiettivo di ridurre le dimensioni del tumore, in modo da non rendere l’intervento chirurgico molto esteso. Può essere somministrata anche dopo l’intervento chirurgico per ridurre la probabilità che il tumore recidivi. Quando il cancro si è diffuso in altre parti del corpo, la chemioterapia può essere utilizzata per ridurre i sintomi, migliorare la qualità di vita e prolungare il più possibile la sopravvivenza. I farmaci chemioterapici possono essere somministrati per via endovenosa (direttamente nel sangue) o per via orale.
ORMONOTERAPIA
La terapia ormonale consiste nella somministrazione di farmaci che bloccano l’attività degli ormoni estrogeni, che si ritiene siano coinvolti nell’insorgenza e nello sviluppo di almeno un terzo dei tumori mammari. Il meccanismo di azione degli antiestrogeni consiste nell’impedire che l’estrogeno si combini con le cellule tumorali e ne stimoli la crescita. Possono essere utilizzati sia nelle donne che non hanno raggiunto la menopausa (stato pre-menopausale) sia alle donne che sono già in menopausa (stato post-menopausale).
TERAPIE BIOLOGICHE
Le terapie biologiche (definite anche terapie mirate) sono rivolte contro le vie che controllano la crescita e la diffusione del cancro, modulando specifici processi molecolari e cellulari che partecipano allo sviluppo e alla progressione della malattia. La terapia biologica può includere gli anticorpi monoclonali, i vaccini e le terapie genetiche. Poiché le terapie biologiche sono mirate ai processi specifici del cancro, si differenziano notevolmente da altri tipi di terapie (come la chemioterapia o la radioterapia). Attualmente esistono diversi tipi di terapie biologiche per la cura del tumore della mammella.
PREVENZIONE
Tutti gli studi confermano l’importanza di seguire un’alimentazione sana e corretta. E soprattutto di tenere sotto controllo la bilancia: la correlazione tra obesità e incidenza del cancro del seno è infatti dimostrata, soprattutto dopo la fine dell’età fertile. Diverse ricerche hanno rivelato che questo tipo di neoplasia è maggiormente diffuso presso le popolazioni che seguono una dieta ricca di grassi, mentre gli alimenti tipici della dieta mediterranea (olio d’oliva, pesce azzurro, frutta, verdura, cereali) hanno un’efficacia preventiva. L’attività fisica può ostacolare la formazione del tumore. Le donne che svolgono regolarmente sport presentano una riduzione del rischio di ammalarsi di circa il 15-20%. Questi effetti sono più evidenti in post-menopausa, ma praticare sport fin dall’adolescenza è in grado di diminuire l’incidenza di tumori che poi si svilupperebbero al termine dell’età fertile.
LO SCREENING
Lo scopo dello screening, ovvero degli esami periodici su donne senza segni di malattia, è intercettare un eventuale tumore quando è ancora in fase precoce e può quindi essere curato con efficacia e con terapie poco invasive. In generale è consigliabile effettuare il cosiddetto screening spontaneo, ovvero pianificare insieme al medico di fiducia un programma di controlli personalizzato anche prima dei 50 anni. In assenza di fattori di rischio specifici (come storia familiare, densità del tessuto mammario, mutazioni genetiche) le donne dovrebbero iniziare intorno ai 30 anni a sottoporsi a visita senologica ed ecografia annuali, integrando dopo i 40 con una mammografia ogni uno o due anni, a seconda del consiglio del medico. Sebbene l'autoesame del seno non possa essere considerato un vero strumento di diagnosi precoce, è importante che ogni donna impari ad effettuare in maniera corretta e regolare l'autopalpazione, per imparare a conoscere il proprio seno e notare cambiamenti da segnalare eventualmente al medico.
Responsabile del Servizio di Senologia della Casa di Cura Villa del Sole: Dott. Sergio Abonante
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