Calcio (Ca) e fosforo (P) sono due nutrienti essenziali di grande interesse nutrizionale. Si tratta, più precisamente, di minerali macroelementi, poiché il fabbisogno dell'organismo è > 100 mg/die. La funzione principale di calcio e fosforo è di garantire la rigidità dello scheletro. Combinandosi, formano l'idrossiapatite, cioè la porzione che caratterizza la "durezza e compattezza" delle ossa. L'organismo assume calcio e fosforo dagli alimenti, sia di origine animale che vegetale, anche se i loro livelli plasmatici sono regolati a livello centrale dall'asse ormonale.
La carenza metabolica compromette significativamente l'integrità dello scheletro e provoca gravi malattie.
Calcio
Il calcio è il metallo più abbondante nel corpo umano. La maggior parte si trova depositata nello scheletro e nei denti, legato al fosforo (formando idrossiapatite), con l'obbiettivo di dare rigidità alle ossa. Come elettrolita, il Ca2+ svolge molte altre funzioni:
- secondo messaggero nella trasduzione del segnale cellulare
- rilascio di neurotrasmettitori dai neuroni
- contrazione delle cellule muscolari
- cofattore di vari enzimi ecc.
In una dieta onnivora, la maggior parte del calcio proviene dal latte e derivati. In mancanza di questi ultimi, diventano importanti anche i vegetali, soprattutto i legumi e i cereali. Carni e prodotti della pesca sono fonti poco rilevanti di calcio; ancor meno le uova. E' importante sottolineare che alcuni alimenti di origine vegetale contengono fattori anti-nutrizionali (ossalati e fitati) in grado di ostacolano l'assorbimento del calcio, ma che possono venire disattivati con la cottura.
È buona norma non considerare le acque ad alto residuo fisso come sorgenti di calcio, poiché non tutti gli studi concordano sulla biodisponibilità di questo minerale nell'acqua. La carenza di calcio è frequentemente associata alle malattie ossee: osteoporosi, osteopenia e rachitismo; ma ciò non significa necessariamente che, in presenza di una rarefazione ossea, la causa primaria sia proprio l'insufficiente apporto di calcio. Pare che i fattori maggiormente responsabili dell'alterazione del metabolismo osseo siano di natura ormonale, o della vitamina D, o di altri mediatori (come il paratormone o PTH).
L'eccesso acuto di calcio, nel soggetto sano, è improbabile. Elevati livelli nutrizionali non si correlano ad alcuna problematica ben precisa; nemmeno ai calcoli renali, che, pur essendo potenzialmente a base di ossalato di calcio, si formano per altre cause.
Fosforo
Anche la maggior parte del fosforo si trova depositata nello scheletro e nei denti, legato al calcio. Come il calcio, anche il fosforo è indispensabile per irrigidire le ossa (idrossiapatite). Inoltre, compone tutti gli elementi fosfati del corpo umano; ad esempio: DNA, RNA, ATP e fosfolipidi. Il fosforo è contenuto un po' in tutti gli alimenti, ma le sorgenti primarie sono il latte e derivati, la carne e i prodotti della pesca; seguono i legumi e i cereali.
La carenza di fosforo è rara. Le cause primarie possono essere la malnutrizione generalizzata, certi farmaci, alcune patologie metaboliche, endocrine o renali. Ancor più raro è l'eccesso, che può essere causato ancora una volta dalle problematiche metaboliche di regolazione. Megadosi alimentari possono portare alla diarrea.
Calcio, osteoporosi e attività fisica
L'attività fisica rappresenta un potente stimolo per mantenere o per aumentare la massa ossea. Vengono consigliate, a tal proposito, attività di tipo anti-gravitario come la camminata, la corsa, la danza ecc. Il peso del corpo, infatti, stimola positivamente la calcificazione con conseguente aumento della densità ossea.
Non esiste un'età migliore di un'altra per trarre giovamento dalla pratica regolare di attività sportive. Certo è che, svolte fin dalla giovane età, offrono il vantaggio di ottimizzare il raggiungimento del picco di massa ossea. Anche all'età di 70-80 anni un ex atleta che si mantiene fisicamente attivo ha una massa ossea superiore rispetto a individui sedentari della stessa età.